La famiglia Stallone
Sylvester nasce a Hell’s Kitchen, uno dei quartieri più poveri e malfamati di Manhattan, a New York.
Una delle strade di Hell's Kitchen, quartiere di Manhattan dove è nato Sylvester Stallone
Suo nonno, Frank Stallone, è un parrucchiere figlio di un emigrato italiano originario di Gioia del Colle, in provincia di Bari, in Puglia.[1] Sua madre, Jacqueline Labofish Stallone, nata il 29 novembre del 1921, è di origine ucraina. Da giovane è stata una ballerina; avendo poi delle buone qualità canore si dilettava anche come corista. Poi successivamente è diventata una promoter di incontri di wrestling femminile, oltre che astrologa.
Il 30 luglio del 1950 nasce il secondogenito Frank Jr., futuro attore, anche se molto meno noto del fratello: sarà comunque il mondo della musica a far conoscere Frank al pubblico, soprattutto quello statunitense.
L'infanzia e la gioventù [modifica]
La vita in un quartiere come Hell's Kitchen non è affatto facile, zona in cui la famiglia Stallone, vista lo loro negativa situazione economica, è costretta a vivere e frequentare per i primi cinque anni di vita del loro figlio; cinque anni non certo semplici per il futuro Rambo.
Stallone, una volta trasferito nel Maryland, conosce e diventa amico d'infanzia di Goldie Hawn, sua coetanea: anche la Hawn, in seguito, intraprende la stessa strada di Stallone, diventando un'attrice nota al grande pubblico
Ma non è solo il loro stato sociale a rendere la prima infanzia del piccolo Sylvester alquanto difficile: durante il parto la madre ha avuto delle complicazioni che non gli hanno permesso un parto naturale, ma assistito: è stato utilizzato un forcipe per prelevare il nascituro, che gli ha reciso un nervo facciale, causandogli poi una lieve paralisi del lato sinistro del volto; oltre alla paralisi, nei suoi primi anni di vita, Stallone ha anche sofferto di rachitismo che, in seguito, gli ha causato non pochi problemi fisici.
Sylvester, e soprattutto il suo fratello più piccolo, non possono nemmeno contare molto sull'apporto fondamentale della propria famiglia: il padre e la madre, infatti, non riescono a dedicare a loro molto del tempo necessario, facendo crescere i loro figli nella quasi solitudine.
Nel 1951 la famiglia Stallone si trasferisce nel Maryland. La vita coniugale dei suoi genitori però non va al meglio, inoltre la madre ha dei seri problemi di alcolismo che aggravano ancora di più la situazione, fino a che scelgono entrambi la via del divorzio: é Jacqueline ad andarsene, così Sylvester e Frank sono costretti, visto i problemi della madre, a vivere con il padre, tra l'altro un uomo all'antica e molto severo. Questa sua nuova situazione famigliare contribuisce a rendere sempre più difficile la sua infanzia, situazione che poi provoca i primi insuccessi scolastici del futuro attore.
Una volta compiuti i quindici anni, Stallone decide di lasciare il padre: si trasferisce quindi a Philadelphia, nello stato della Pennsylvania, per vivere con la madre; Jacqueline, nel frattempo, ha avuto una nuova esperienza coniugale, da cui è nata la terza figlia, Toni Ann.
Negli anni cinquanta, assieme al fratello, frequenta in Europa una scuola privata svizzera, a Ginevra: ci saranno però per lui dei seri problemi scolastici, che poi lo obbligano a lasciare. Così, una volta tornato in America, si iscrive a diverse scuole, come la Lincoln High School e la Devereux Manor High School, senza però mai riuscire a raggiungere dei buoni risultati.
Ciò nonostante riesce comunque ad ottenere una borsa di studio vinta per meriti sportivi: sua madre gestisce una palestra, che Sylvester frequenta in modo costante, e contemporaneamente pratica anche il football nelle scuole da lui frequentate. Lo sport da lui praticato lo aiuta a superare i problemi fisici che aveva dall'infanzia, e la borsa di studio gli dà la possibilità di iscriversi alla University of Miami: quindi sceglie la facoltà di Arte Drammatica. Una volta iscritto si trasferisce in Florida e per mantenersi, oltre che studiare, decide di intraprendere diverse mansioni lavorative, come il pulitore di gabbie negli zoo, la maschera al cinema e il buttafuori nei locali.
Ma, passato un pò di tempo, capisce che anche questa esperienza scolastica non è appagante, e così decide di concludere anticipatamente il suo corso di studio.
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« Ho piantato lì perché un professore mi ha messo davanti la foto di un barbone e mi ha detto che se non studiavo di più il mio destino era quello. Che villano! Era puro e semplice terrorismo. Gliel’ho detto e me ne sono andato sbattendo la porta. Non è che non lo abbia rischiato, ma alla fine un barbone non sono diventato.[2] » |
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Finita quella esperienza, nel 1969 torna nella sua New York. Il suo più grande obiettivo è quello di, un giorno, lavorare nel mondo del cinema, e come inizio decide di partecipare a piccole produzioni off-Broadway, ma contemporaneamente, per guadagnarsi da vivere, non può rinunciare a svolgere variate mansioni, anche al di fuori del mondo in cui vorrebbe entrare.
Stallone, ormai diventato, nel 1978, un divo di Hollywood, è circondato dai fotografi
Senza perdere tempo, con lo scopo di farsi conoscere e di sviluppare rapporti proficui, scrive anche dei copioni e riesce a collaborare alla stesura di testi e dialoghi di alcuni progetti cinematografici; seppur con una certa difficoltà, Stallone riesce quindi a dimostrare di avere delle buone doti come scrittore di sceneggiature.
Finalmente, nel 1970, riesce ad ottenere la sua prima apparizione cinematografica con l'ormai discusso film porno-soft The party at Kitty and Stud's, in seguito rieditato dopo il successo di Rocky come The italian stallion, anche se vengono tolte le scene porno: tuttavia in Italia il film è stato commercializzato con il nome Porno proibito - Italian stallion.
Nel 1971 recita nella pellicola Una squillo per l'ispettore Klute, di Alan J. Pakula, e nel 1972 partecipa ad un provino per recitare nel film di Francis Ford Coppola, Il Padrino, ma poi non viene assunto. Nello stesso anno viene diretto, anche se in una piccola parte, da Woody Allen nel film Il dittatore dello stato libero di Bananas.
Nascono dalla sua penna i dialoghi di una pellicola che ha un discreto successo commerciale; Happy Days – La banda dei fiori di pesco del 1974, di Martin Davidson e Stephen Verona; ottenuta anche una parte recitativa, interpreta uno dei componenti della banda assieme a Henry Winkler (il protagonista di "Happy Days", Fonzie).
Nel 1975 ottiene altre piccole partecipazioni cinematografiche, come comparsa in Prigioniero della seconda strada, dove interpreta un borseggiatore, e Quella sporca ultima notte, dove interpreta la guardia del corpo del gangster Al Capone. Richard Fleischer lo inserisce nel cast di Mandingo, ma poi la piccola scena dove appare Stallone viene eliminata durante la fase di post-produzione.
Prende parte anche a un piccolo cult di fantascienza: Anno 2000: La corsa della morte. In un futuro prossimo lo sport preferito sarebbe una corsa automobilistica, dove vince chi investe più passanti. Il film ha ispirato in seguito parecchi videogiochi, primo tra tutti Carmageddon.
Poi, nel 1976, con l'uscita di Rocky, si spalancano a Stallone le porte di Hollywood, diventando nel giro di pochi mesi uno degli attori più famosi al mondo, creando un personaggio cinematografico tra i più amati dal pubblico. |